“Mezzo secolo rincorrendo il mondo - Nei viaggi la Vespa fu il primo amore… poi venne il resto”

“Mezzo secolo rincorrendo il mondo - Nei viaggi la Vespa fu il primo amore… poi venne il resto”
“Mezzo secolo rincorrendo il mondo - Nei viaggi la Vespa fu il primo amore… poi venne il resto”; Giorgio Càeran – ‘Youcanprint’ (2ª edizione) – 2023 – 568 pagine – formato cm 17 x 24. &&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&& &&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&

martedì 2 ottobre 2012

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6 commenti:

  1. Giorgio, ti ammiro. Pochi chiedono alla propria ditta mesi di permesso non retribuito e, ricevendo un rifiuto, si licenziano e partono, standosene via 11 mesi. E non l’hai fatto solo una volta. Non conosco nessun altro così in gamba come te, che riesce a muoversi senza l’aiuto degli sponsor.

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  2. Cristina, se per fare i viaggi illimitati nel tempo (tanto amati) non avessi ricorso ai vari licenziamenti – oltre ai mesi pagati senza contributi in Iran e ai permessi non retribuiti ottenuti in due occasioni – adesso sarei già in pensione e da un po’. Perdipiù, prima dell’avvento di Mario Monti (16/11/2011), pure in questa situazione sarei potuto andarci nel 2013… e invece così ci andrò – forse – nel 2017 (all’età di 65 anni, con 44/45 di contributi).
    Tuttavia, nonostante la grande fregatura subìta, non rimpiango affatto le mie scelte. Non è per niente casuale il titolo del mio secondo libro: ho cercato, fino a quando ho potuto (ossia fino alla formazione del mio nucleo familiare, che, sapendo a cosa andavo incontro, ho ritardato il più possibile), di essere un “giramondo libero”… disposto anche a pagarne le conseguenze.
    Per fare certe scelte non bisogna avere legami… altrimenti si vive male e la libertà tanto agognata diventa un macigno assassino. Ho volutamente ritardato la formazione di una famiglia, perché moglie e figli (o figlia) sono sempre lì, ma certi viaggi non si possono più fare quando si andrà pensione... soprattutto adesso che ci si arriva con il bastone della vecchiaia. Chi perde il treno degli anni in cui ci si sente forti nel fisico e nella mente, è impensabile recuperarlo in tarda età. A ogni buon conto è più facile che, da vecchio (o anziano, se si preferisce) sia più probabile rivivere - seppur in forma ridotta - certe avventure per chi in precedenza le abbia già conosciute... ma ritengo impossibile poterle realizzare quando non si sono mai fatte. Io non credo a chi dice che quando sarà in pensione andrà qua e là... perché non si sperimentano delle cose faticose a sessantacinque anni, quando sono del tutto sconosciute.

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  3. Ho visto che in questo blog hai messo una foto (del 13 luglio 2018) che ti riprende davanti alla casa di Corradino D’Ascanio, a Popoli. Era ora che andassi lì, mancavi solo tu… uno dei pezzi da novanta nella storia dei viaggi in Vespa. È bello vederti fare un selfie lì davanti, seppur in un venerdì 13… che non è come un venerdì 17, ma siamo lì. So che tu non sei superstizioso… buon per te.
    A proposito: oggi è il mio compleanno e coincide – guarda un po’ – con l’anniversario di Giorgio Bettinelli (morto il 16 settembre 2008 in Cina, a Jinghong, all’età di cinquantatré anni per un malore improvviso).

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  4. Giuseppe, è vero: osservazione giusta. E pensare che sono quasi vent’anni che frequento l’Abruzzo e nel 2003 addirittura ho comprato un appartamento nel teramano. Ebbene, pur sapendo che Popoli è ad appena 106 chilometri, confesso che mi sono sempre disinteressato di farci una visita. Quest’anno, invece, complice la vicinanza di Sulmona dove ci siamo fermati per quattro giorni, sarebbe stato troppo (quasi un affronto) non andarci… ma il punto è che non ho mai avuto l’ansia di recarmi lì. Adesso è capitato così, senza tanto pensarci.
    E, onestamente, è stato interessante soprattutto arenarmi in Via Giuseppe Garibaldi 3 che s’immette nella Piazza Giacomo Matteotti, che in pratica è quella principale. Lì c’era una mostra libera, dedicata a Corradino D’Ascanio. A dire il vero ci eravamo capitati per caso. Siamo stati attratti dalla bella facciata del palazzetto, chiamato “Taverna Ducale” (edificato nella seconda metà del 14° secolo), ma non c’era alcuna scritta, alcun segnale che indicasse che all’interno ci sia qualcosa di pubblico. Un signore stava sull’ingresso ed è lui stesso che ci ha invitati a entrare. Così ho scoperto questa mostra che ho guardato con particolare interesse e ci siamo intrattenuti un bel po’ a chiacchierare con il responsabile dell’esposizione. C’erano ventuno pannelli che illustravano l’intera storia di Corradino D’Ascanio. Ho fatto una trentina di foto, ma mi è stato raccomandato di non metterle su internet senza prima di chiedere l’autorizzazione. Obbedisco.
    Del resto tutti sappiamo che D’Ascanio qui nacque il 1° febbraio 1891 (e morì a Pisa il 5 agosto 1981): fu un ingegnere che inventò il primo prototipo di elicottero moderno e fu il progettista della Vespa. Il bello è che lui ebbe un grande rammarico: è passato alla storia come l’ideatore della Vespa, ma non tanti ricordano che è stato anche un pioniere degli elicotteri. E avrebbe voluto essere ricordato soprattutto per gli elicotteri. Tra l’altro a Corradino D’Ascanio non sono mai piaciute le motociclette: curioso, vero? È per ciò che la Vespa non presenta le caratteristiche della moto… ma è ben diversa.
    Riguardo all’immagine, sappi che non si tratta di un selfie (che ne ignoro l’utilizzo), ma semplicemente una foto scattata da mia moglie: e ne ha fatte tre, sempre lì. Ti viene da ridere?

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  5. Risposte
    1. Chi sei, giacché non appare il tuo nome ma solo “Unknown 23 gennaio 2019, ore 10,42”? Unknown, ossia Sconosciuto, forse perché non sei iscritto a “Google+”?

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